Sono stati 9 anni intensi questi vissuti e condivisi con tanti a dirigere Auser Viterbo e Auser Insieme Viterbo, non mi sono sottratta alle sfide che un’associazione ampia e articolata come Auser ha offerto e ho intrecciato tante nuove relazioni con persone che si sono messe in gioco, che mi hanno seguito e stimolato, a volte con qualche perplessità, incredulità nello scoprire il potenziale che sonnecchia nella provincia viterbese e in loro stessi.
I temi di sempre, i fiori all’occhiello di Auser Viterbo (l’alzheimer e i migranti) sono stati il punto di partenza da cui si sono sviluppati i molteplici progetti che ci hanno visto crescere in qualità e competenza, in intreccio di relazioni istituzionali e tra generazioni, sono stati il volano per seguire le indicazioni nazionali nell’adeguare la struttura alla rete nazionale, per dar vita a circoli nei comuni della provincia sostenendo e dando forma e contenuto alle azioni spontanee che nascevano nei territori.
Il cammino percorso insieme è stata un’esperienza unica che ha portato ad una crescita collettiva che acquisiva efficacia mentre il mondo dell’associazionismo e del volontariato cambiava, diventava più consapevole del proprio ruolo e potere.
In questi anni è maturata la Riforma del Terzo Settore, ha assunto consistenza la conferenza regionale del volontariato e della promozione sociale, è giunta a compimento nella nostra regione la legge sull’invecchiamento attivo, e noi siamo stati protagonisti di questo cammino, abbiamo organizzato incontri, dibattiti, convegni, raccolte firme.
Abbiamo anche imparato ad usare l’”applicativo unico informatico” che ci consente oggi di avere il bilancio sociale che, spietatamente come solo i numeri sanno fare, mette in evidenza dati positivi e criticità, ci indica chiaramente le eccellenze ma anche gli obiettivi che ancora non sono stati raggiunti.
Lascio l’Auser territoriale con la soddisfazione di aver fatto del mio meglio e sono certa che chi rimane saprà dare continuità.
Il compito che mi aspetta nell’ufficio di presidenza regionale è una nuova sfida e un onore, continuerò a mettermi in gioco ascoltando le informazioni e gli stimoli che vengono dal territorio per incanalare tutto in nuovi programmi per migliorare ogni giorno di più la nostra proposta assistenziale e culturale.
Ringrazio tutti i volontari e le volontarie che si sono succeduti, i membri del comitato direttivo, lo staff di presidenza e auguro buon “lavoro” a Rita, ma anche a Maria Grazia, Anna, Cristina e Ferdinando.
Giovanna Cavarocchi